Sernicoli di Matelica

 
NICOLAUS di ser JOHANNES di ser MARCO 
(doc. Matelica 1447-93) 

Fu notaio in Matelica: presso l'Archivio di Stato di Camerino si conservano sette volumi di protocolli e bastardelli da lui rogati tra il 1447 e il 1493. Firmava con un signum tabellionis che riproduceva una N, iniziale del suo nome. Console di Giustizia della sua città nel 1493 con Roberto de' Paganelli (Giovan Battista Razzanti, Memorie civili ed ecclesiastiche di Matelica, ms. del XVIII sec., cc. 74 e 89-90). Si tratta del capostipite della famiglia Sernicola o Sernicoli in Matelica. Anche suo padre Giovanni (Iohannes ser Marci de Gualdo nucerine diocesis habitator terre Mathelice) era notaio, come documentano le pergamene da lui rogate, una a Camerino il 30 aprile 1429 (Archivio Storico Comunale di Matelica, Pergamena n. 1109) e l'altra a Matelica il 12 ottobre 1434 (Diplomatico fiorentino). Nel Liber appellationum del 1505 sono documentati almeno due figli di ser Nicola: Giovanni e ser Berardino. Altre notizie e citazioni su lui sono in: Alberto Bufali, Fatti del '400 e oltre a Matelica. Quasi una cronaca dagli atti dei notai, Matelica 2007.

GIACOMO SERNICOLA 
(doc. Matelica 1548)

Secondo il Razzanti (Memorie civili ed ecclesiastiche di Matelica, ms. del XVIII sec., cc.89-90), che non si accorge dell'anacronismo, sarebbe stato figlio del notaio ser Nicola, dal quale assunse per primo il cognome Sernicola e lo trasmise ai figli; in realtà era figlio di quel Giovanni di ser Nicola documentato a Matelica nel 1505: Giacomo infatti è ricordato Priore a Matelica nel primo bimestre 1548 come Giacomo de Joanni de ser Nicolò (doc. pubblicato da Camillo Acquacotta, Lapidi e documenti alle Memorie di Matelica, Ancona 1839, p.303, n.152). Sposò una Cenci di Matelica ed ebbe per figli Marco, Giovan Battista, Eusebio, Tisbe e Medea.

EGIDIO SERNICOLI = p. AEGIDUS SARNICULUS osb 
(n. Matelica 1525 - m. Montescaglioso 1590)

Fratello di Giacomo e quindi probabilmente figlio di Giovanni Sernicola. Nel 1545 entrò  nella comunità dei benedettini dell'abbazia di San Michele Arcangelo di Montescaglioso (Matera); personalità di raro talento, fu professore di matematica e dottore in sacra teologia; nel 1575 venne eletto abate della comunità di Montescaglioso. Divenne poi abate del prestigioso monastero di San Procolo in Bologna (aprile 1579-gennaio 1582; docc. in ASBo. Demaniale, San Procolo): qui mise in pratica le sue conoscenze di matematica per realizzare nel 1580 un orologio solare nel campanile del monastero; inoltre durante la sua permanenza a Bologna partecipò a un celebre sinodo, voluto dal cardinale Gabriele Paleotti (Discorso intorno alle imagini sacre e profane). Diventò poi padre generale dell'Ordine: fu abate di Montecassino e resse l'abbazia dal maggio 1587 al maggio 1589. Ottenne dal pontefice Sisto V un fondamentale diploma per la riconferma dei privilegi di Montecassino. Ritornò poi a Montescaglioso, ma vi morì nel 1590.
A Matelica, località dove era molto amato dalla gente per la sua generosità, si conserva un suo ritratto nella Pinacoteca Comunale G. Fidanza (già nel Palazzo Comunale). Si trovano notizie su di lui in: Pietro Ricordati, Historia monastica distinta in cinque giornate, Roma 1575, t. IV, p. 465; Arnold Wion, Lignum vitae, ornamentum, & decus Ecclesiæ, Venezia 1594, libro I, p. 32; Marco Antonio Scipioni, Elogia abbatum sacri monasterij Casinensis, Napoli 1630, p. 177 (e poi Napoli 1643, p. 242); Mariano Armellini, Bibliotheca Benedictino Casinensis sive Scriptorum Casinensis Congregationis alias S. Justinae Patavinae, Assisi 1731-1736, t. I, pp. 1-2; Magnoald Ziegelbauer - Oliver Legipont, Historia rei literariae ordinis sancti Benedicti, Augustae Vindobonae & Herbipoli 1754, libro IV, p. 206; Camillo Acquacotta, Memorie di Matelica, Ancona 1838.

MARCO SERNICOLI 
(Matelica sec. XVI)

Figlio di Giacomo Sernicoli e di una Cenci di Matelica. "Nobile venturiero"  al tempo della guerra delle Fiandre, si stabilì a Bruxelles dove sposò una donna del posto, da cui ebbe il figlio Bernardino (not. in Giovan Battista Razzanti, Memorie civili ed ecclesiastiche di Matelica, ms. XVIII sec.).

GIOVAN BATTISTA SERNICOLI 
(Matelica sec. XVI)

Fratello di Marco. Svolse l'attività di regio commissario in Terra di Lavoro e poi seguì il fratello "nobile venturiero"  nelle Fiandre. Ritornato in Matelica, sposò Innocenza Notaroni (di Roma) da cui ebbe Tarquinia (1570), Giacomo (1572), Tisbe (1573), Briseide (1574) e Paolo (1579). Fu Gonfaloniere di Giustizia dal 1570 al 1578 (not. in Giovan Battista Razzanti, Memorie civili ed ecclesiastiche di Matelica, ms. XVIII sec., c. 91).

BERNARDINO SERNICOLI 
(Bruxelles sec. XVI-XVII)

Figlio di Marco, ne seguì l’esempio con fama di prode guerriero; combattendo perse un braccio, che poi fece fare di ferro, e per questo venne detto Braccio di Ferro. Ottenne favori e castelli dal Re di Spagna in Bruxelles dove rimase fino alla morte (notizie in Giovan Battista Razzanti, Memorie civili ed ecclesiastiche di Matelica, ms. del XVIII sec.).

GIACOMO SERNICOLI 
(n. Matelica 1572 - m. Matelica 1639)

Figlio di Giovan Battista e di Innocenza Notaroni, nacque il 14 luglio 1572. Nel 1604 era in Spagna al servizio dell'ambasciatore di Venezia; fu poi maggiordomo di Antonio Cornaro, ambasciatore veneto in Inghilterra; passò quindi al servizio della contessa di Arundel (1622). Così scrive di lui Giovan Battista Razzanti (Memorie civili ed ecclesiastiche di Matelica, ms. del XVIII sec., cc. 91-92): "... servì molto tempo in corte, né volle mai prender moglie. Dall'infermità di podagra fu costretto ritirarsi in patria, con piacere dei concittadini che lo impiegavano negli affari pubblici, essendo uomo di sapere di molta stima. Nel 1626 e nel 1632 trovasi nei libri eletto Gonfaloniere della sua patria. Lasciò questi di vivere il 9 agosto 1639, la cui morte fu generalmente compianta. In lui si estinse la sin qui descritta famiglia Sernicoli ...".
Eletto nel 1635 paciere per il quartiere di Campamante (doc. rintracciato da Fiorella Conti).

PAOLO SERNICOLI = p. GIOVANNI DA MATELICA OFCapp 
(n. Matelica 1579 - m. Napoli 1623)

Nacque a Matelica il 13 aprile 1579 da Giovan Battista e Innocenza Notaroni; abbracciò l'ordine cappuccino. Fu grande predicatore, spesso a fianco del padre generale, p. Paolo Angelini da Cesena, che ne apprezzava la capacità di risolvere gli affari dell'ordine. Ricolmo di meriti, dopo aver contratto una malattia in provincia di Sant'Angelo (Puglia), morì di tisi il 9 agosto 1623 a Napoli, dove fu sepolto nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. Troviamo notizie in: Giovan Battista Razzanti, Memorie civili ed ecclesiastiche di Matelica, ms. XVIII sec.; Girolamo da Sorbo e Clemente da Napoli, Breve notamento de tutti li frati cappuccini quali sono passati da questa vita presente in questa provincia di Napoli (1563-1653), Napoli 1995, p. 210.